L’imposta di bollo sulla stipula di contratto con la PA è sempre dovuta?
Risponde l’esperto Mauro crosato, avvocato amministrativista.
Ecco una sintetica risposta al quesito posto:
il bollo è un’imposta indiretta che colpisce i consumi (es: l’affitto di un appartamento o l’emissione di una ricevuta senza IVA) e che ha come presupposto l’esistenza di un atto, documento o registro, redatto in forma scritta.
In alcuni casi (la legge elenca i casi, nella parte allegata al decreto istitutivo), l’imposta è dovuta al momento in cui di fa uso dell’atto: ad esempio ricevute e documenti concernenti ricevimento di denaro, scritture private che non abbiano per oggetto locazioni, ecc.
Per atti pubblici l’imposta è dovuta.
Pertanto, nel caso di contratto pubblico, sarà possibile evitare il bollo solo se il contratto dovesse essere redatto per scrittura privata.
Per la legge, oggi i contratti soggetti al codice degli appalti possono essere redatti in forma privata, ma sempre con unico atto (lo scambio di lettera commerciale è ammesso solo per il caso di aggiudicazione a seguito di procedura negoziata).
L’imposta, pertanto, è dovuta in base alla forma del contratto che si va a stipulare: l’atto pubblico sconta l’imposta di bollo ed i costi di registrazione, previsti invece solo in caso d’uso per i contratti stipulati in forma di scrittura privata.